modello ricorso inail per malattia professionale

 

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TRIBUNALE DI PERUGIA

Sezione Lavoro e Previdenza

Ricorso per il riconoscimento della tutela assicurativa I.N.A.I.L.

per malattia professionale

XXXXX, nato il XXXXX a XXXXXXXXXXXXX ed ivi residente, XXXXXXXXXXXXXXXXX C.F. XXXXXXXXXXXXXX, rappresentato e difeso dall'avv. XXXXXXXXXXXXXX presso lo studio del quale in XXXXXXXXXXXXXXXXXX fax XXXXXXXXXXXXXXX pec XXXXXXXXXXXXXXXXXXXX elegge domicilio, il tutto come da delega ex art.83 c.p.c.

CONTRO

I.N.A.I.L. Istituto Nazionale per l’Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro, in persona del legale rappresentante pro-tempore, con sede in Roma, Via IV Novembre n. 144 c.f.011654000589

PREMESSO

1) che l’istante, come da estratto conto Inps che si allega (all.1), dal XXXX sino al XXXXXXXX (momento del pensionamento) ha lavorato alle dipendenze della XXXXXXXXXXXXX come tornitore-fabbro;

2) che l’attività svolta dal sig. XXXXXXXXXX si esplicava in maniera quasi totalizzante nel montaggio e smontaggio degli stampi sulle presse con movimentazione manuale degli stessi del peso sino a 30 kg per poi passare a prendere, anche a mezzo trascinamento, le lamiere da lavorare e da porre sotto la ghigliottina per il taglio, il tutto effettuando continui e notevoli movimenti di flesso-estensione dei gomiti, di roto inclinazione del tronco e di sollevamento manuale di carichi;

3) che in particolare il lavoro consisteva nelle seguenti fasi XXXXXXXXXXXXXX [descrivere nel dettaglio le fasi di lavoro, la durata dell’adibizione a ciascuna fase lavorativa ed una settimana tipo di lavoro] ad esempio [a sistemare la macchina montando al posto di un prisma, precedentemente rimosso, 5 stampi di varie dimensioni e pesi (circa Kg 50) che una volta portati all’altezza delle guide con il muletto, venivano spinti con le mani aperte e le braccia tese, facendo forza per infilarli nell’apposita guida per poi fissarli con due bulloni avvitati a mano; b) successivamente si portava, con il muletto, la lamiera presso la macchina dove veniva lavorata (questa operazione viene ripetuta ad ogni lavorazione); c) i fogli da lavorare avevano diverse dimensioni e peso variabile tra kg 5 a 30 circa. Si procedeva quindi alla tranciatura del foglio, esercitando movimenti di rotazione e flessione del busto, di allungamento delle braccia per prendere il foglio che si trovava sopra ad un bancale con le mani che ruotano e stringono, per poi riposizionarlo su un nuovo piano una volta lavorato. Si procedeva così fino alla realizzazione della quantità richiesta, in media circa 100 pezzi all’ora; d)  seguiva la piegatura dei pezzi sotto ad un’altra macchina (pressa piegatrice) facendo gli stessi movimenti oltre ad una rotazione delle spalle, gomiti polsi e mani; e)  si passava poi alle lavorazioni con la macchina puntatrice e con la macchina Apollo ponendo in essere le stesse movimentazioni prima descritte;

4) che le lavorazioni suddette interessavano sempre i medesimi distretti anatomici, determinando nell’istante l’insorgere di malattia professionale “protrusioni discali ampie da L3 s S1”

5) che, in seguito al manifestarsi della suddetta malattia professionale, è stata presentata regolare denuncia all’I.N.A.I.L. in data XXXXX allegando documentazione medica ed esami strumentali (all.2);

6) che, l’I.N.A.I.L. negava la tutela assicurativa asserendo l’assenza di idonea documentazione comprovante quanto denunciato e la mancanza del nesso di causalità;

7) che, in data XXXXXXX, l’esponente inoltrava, a mezzo del Patronato ricorso amministrativo avverso il mancato riconoscimento della malattia denunciata, allegando certificato medico-legale con valutazione del danno biologico nella misura del 7% allegando documentazione medica ed esami strumentali;

8) che la definitiva collegiale medica del XXXXXXX si concludeva in modo discorde, reiterando l’INAIL il proprio diniego come da provvedimento del XXXXX che affermava l’inidoneità del rischio lavorativo a cui il sig. Consalvi era stato esposto a cagionare la denunciata malattia;

9) che al contrario la patologia professionale risulta sussistere rinvenendosene tutti i presupposti anche strumentali;

10) che il sig. Consalvi è altresì, portatore di altre due malattie professionali, riconosciute dall’Inail con postumi complessivi pari all’8%

Tutto ciò premesso,

CONSIDERATO

- che la documentazione medica e gli esami strumentali attestano che il sig. Consalvi è affetto da patologia discale lombo-sacrale di origine lavorativa;

- che il ricorrente, per ventidue anni, ha svolto attività lavorative di movimentazione manuale di carichi da posture incongrue (fisse/protratte), da movimenti e torsioni abnormi ripetuti del tronco, quali cause dell’insorgere di malattia tabellata documentata dagli esami clinico-strumentali allegati;

- che la malattia è stata denunciata entro un anno dalla cessazione del rapporto di lavoro;

- che, lo svolgimento per ventidue anni di lavorazioni tabellate da parte dell’ istante determina la sussistenza di una “presunzione legale del rischio”;

- che è consolidato l’orientamento giurisprudenziale secondo cui “l’accertamento dell’inclusione nelle apposite tabelle sia della lavorazione che della malattia comporta l’applicabilità della presunzione di eziologia professionale della patologia sofferta dall’assicurato, con la conseguente insorgenza a carico dell’I.N.A.I.L. dell’onere di dare la prova rigorosa ed inequivocabile che vi è stato l’intervento di un diverso fattore patogeno, il quale da solo o in misura prevalente, ha cagionato o concorso a cagionare la fattispecie” (Cass.358/2013 e 14023/2004);

- che, pertanto, la mancata tutela assicurativa deve fondarsi esclusivamente nella ipotesi di accertamento di malattia neanche astrattamente derivabile dalla lavorazione tabellata, ovvero nell’accertamento che non vi sia stata, da parte dell’assicurato, esposizione al rischio professionale, o vi sia stata un’esposizione del tutto irrilevante (Cass. 8002/2006);

- che, in ogni caso, l’attività lavorativa svolta ha comportato per l’assicurato l’esposizione a intense, costanti ed incongrue sollecitazioni meccaniche;

- che, nella fattispecie, la tecnopatia risulta documentata altresì dagli esami clinico-strumentali.

Tutto ciò premesso e considerato,

CHIEDE

che il sig. Giudice del Lavoro competente Voglia fissare l’udienza di discussione nella quale le parti dovranno comparire avanti a sé per ivi sentirsi accogliere le seguenti

CONCLUSIONI

In via principale

A) Dichiarare e ritenere che dall’attività lavorativa espletata è conseguita all’istante la malattia professionale denunciata (Protrusioni discali ampie da L3 a S1), meritevole di tutela assicurativa per una menomazione dell’integrità psico-fisica, nell’esatta misura accertanda, tenuto conto altresì delle riconosciute preesistenze, previa C.T.U., e per l’effetto,

B) Condannare l’I.N.A.I.L. a corrispondere al ricorrente la relativa prestazione economica ex Dlgs.38/2000, tenuto conto delle riconosciute preesistenze, con gli arretrati, gli interessi legali e la rivalutazione monetaria come per legge sui singoli ratei dalla maturazione del diritto al saldo

C) Con vittoria delle spese di lite e C.T.P. da distrarsi in favore del sottoscritto procuratore antistatario.

Si chiede ammettersi prova testimoniale sulle circostanze della premessa in fatto e con i seguenti testimoni……..

Si chiede ammettersi CTU per la determinazione dei postumi invalidanti e per la conferma della sussistenza del nesso.

XXXXXXX

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