la dichiarazione del terzo nell'espropriazione presso terzi

La dichiarazione del terzo nel processo esecutivo di espropriazione presso terzi, un modello di dichiarazione, gli effetti della dichiarazione, le conseguenze della mancata dichiarazione l'accertamento del debito del terzo e l'applicazione dell'art. 232 cpc
 
Nell'espropriazione presso terzi, un ruolo fondamentale è quello rivestito dal terzo chiamato a rendere la dichiarazione di cui all'art. 547 cpc in ordine alla sussistenza ed alla consistenza del proprio debito nei confronti del debitore esecutato. L'atto di pignoramento, infatti, deve contenere la citazione del terzo a comparire in udienza davanti al giudice dove ha la residenza laddove il pignoramento riguardi i crediti per stipendio, salario o altre indennità relative al rapporto di lavoro o di impiego (comprese quelle dovute a causa di licenziamento) e, negli altri casi, a comunicare la dichiarazione di cui all'art. 547 cpc (relativa alle cose o alle somme di cui il terzo è debitore o si trova in possesso, con l'indicazione del momento in cui deve essere effettuato il pagamento o la consegna e con la specificazione dei sequestri eventualmente eseguiti in precedenza o delle cessioni notificate o accettate) al creditore procedente entro dieci giorni a mezzo di raccomandata.

Con riferimento alla natura giuridica della dichiarazione del terzo, va richiamato l'orientamento dominante di giurisprudenza e dotrina secondo cui tale dichiarazione sarebbe assimilabile alla confessione; in chiave processuale e nell'ambito del processo esecutivo, la dichiarazione del terzo preclude a quest'ultimo la possibilità di eccepire la non assoggettabilità del credito alla esecuzione.

A mente del comma 1 dell'art. 548 cpc , ove il terzo non compare all'udienza stabilita per rendere la dichiarazione o, comparendo, rifiuta di fare la dichiarazione o se intorno alla dichiarazione sorgano contestazioni, lo stesso GE, su istanza di parte provvede all'istruzione ed alla decisione della causa.
Se poi il terzo non rende la dichiarazione neppure nell'incidentale procedimento di merito, soccorre la disposizione di cui all'art. 232 co. 1 cpc a mente della quale si reputano come ammessi i fatti che formano oggetto dell'interrogatorio formale in caso di mancata comparizione o di rifiuto di rendere la dichiarazione (in sostanza si considera come esistente e nella misura dedotta il debito del terzo nei confronti del debitore esecutato - cfr. l'art. 548 cpc, secondo comma).
Con riferimento alla condotta del terzo che non compaia per rendere la dichiarazione di cui all'art. 547 cpc , la giurisprudenza non ha ravvisato i presupposti per la configurazione di una responsabilità aquiliana; responsabilità che invece ha ritenuto sussistente, con obbligo di risarcimento del danno a carico del terzo laddove renda una dichiarazione artatamente reticente o elusiva.

 

 

VERBALE PER LA DICHIARAZIONE
DI TERZO PIGNORATO

 

All'udienza del .... avanti a me Giudice dell'Esecuzione del Tribunale di .... è comparso .... quale procuratore del legale rappresentante della Società ...., con sede in ...., via ...., n. ...., giusta mandato in data .... rep. n. .... allo scopo di emettere la prescritta dichiarazione di terzo pignorato ai sensi dell'art. 547 c.p.c. nella procedura di pignoramento presso terzi innanzi al Tribunale di .... tra il .... e il Sig. ....
Lo stesso ...., nella qualifica innanzi detta, ha pertanto dichiarato quanto segue:
"che sul conto intestato al Sig. .... esistente presso la Soc. .... è maturata la somma di Euro .... al netto di R/A.".
Si richiedono le spese della presente dichiarazione nonché gli onorari di rappresentanza.
Del che si è redatto il presente verbale letto e confermato dal dichiarante e dal medesimo sottoscritto unitamente a me Giudice dell'Esecuzione.
IL DICHIARANTE IL GIUDICE
.... DELL'ESECUZIONE
....
IL CANCELLIERE
....

 

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