I diritti all'onore ed alla reputazione sono situazioni soggettive che fanno capo al singolo suscettibili di essere violate da comportamenti di terzi offensivi che, in quanto dolosamente posti in essere, danno vita ai reati d'ingiuria (lesione del diritto all'onore) e di diffamazione (lesione del diritto alla reputazione).
Quanto al contenuto dei diritti all'onore ed alla reputazione personale, l'onore è il sentimento che l'individuo ha del proprio valore, mentre la reputazione è la rappresentazione sociale che l'individuo ha all'interno di una determinata cerchia di consociati, il decoro è, invece, una manifestazione esteriore del proprio senso dell'onore (Zeno Zencovich).
Decoro e reputazione sono esplicitamente menzionati nell'art. 10 c.c. relativo al diritto all'immagine, laddove la norma dispone che la pubblicazione dell'immagine, pur consentita per legge, deve, comunque, rispettare il decoro e la reputazione della persona ritratta.
Il tema del diritto all'onore e, soprattutto, del diritto alla reputazione hanno trovato terreno giurisprudenziale fertile nell'ambito del diritto di cronaca e di critica giornalistica, laddove il nodo problematico è stato naturalmente quello di stabilire il contemperamento tra gli opposti interessi in gioco.
La Suprema Corte ha ritenuto prevalente il diritto di cronaca purchè siano rispettati i limiti dell'interesse pubblico della notizia, della verità dei fatti e della continenza nell'esposizione degli stessi (esposizione dei fatti in modo contenuto e corretto).
Il principio della continenza deve, a maggior ragione, orientare anche il diritto di critica, laddove l'esposizione non deve sfociare in un'invettiva partigiana e trasmodare in attacchi personali ma deve consistere in una diversa valutazione su fatti di interesse sociale.
Terreno di ulteriore conflitto con il diritto all'onore ed alla reputazione personale è quello della satira, ovvero l'indicazione caricaturale alla pubblica opinione di aspetti criticabili di singoli o di cerchie sociali specifiche.
Anche in tal caso, come per il diritto di critica e per il diritto di cronaca, l'aspetto determinante nella comparazione degli opposti interessi è quello della continenza nel senso che la satira non deve trasmodare in espressioni volgari ed offensive che suscitino disprezzo o dileggio.
I diritti alla reputazione ed all'onore sono trasmissibili dovendo ritenersi che i prossimi congiunti siano ammessi ad agire in giudizio per la tutela dell'onore e della reputazione del familiare deceduto anche per la tutela d'interessi della cerchia familiare.
I rimedi giudiziali sono gli stessi previsti per gli altri diritti della personalità e, cioè, la cessazione del fatto lesivo, il risarcimento del danno (anche in forma specifica) e la pubblicazione della sentenza.
Da segnalare il disposto di cui all'art. 8 della legge sulla stampa n. 47 del 8 febbraio 1948 che prevede la pubblicazione di tutte le rettifiche o dichiarazioni volte a reintegrare l'altrui dignità.
Quanto al contenuto dei diritti all'onore ed alla reputazione personale, l'onore è il sentimento che l'individuo ha del proprio valore, mentre la reputazione è la rappresentazione sociale che l'individuo ha all'interno di una determinata cerchia di consociati, il decoro è, invece, una manifestazione esteriore del proprio senso dell'onore (Zeno Zencovich).
Decoro e reputazione sono esplicitamente menzionati nell'art. 10 c.c. relativo al diritto all'immagine, laddove la norma dispone che la pubblicazione dell'immagine, pur consentita per legge, deve, comunque, rispettare il decoro e la reputazione della persona ritratta.
Il tema del diritto all'onore e, soprattutto, del diritto alla reputazione hanno trovato terreno giurisprudenziale fertile nell'ambito del diritto di cronaca e di critica giornalistica, laddove il nodo problematico è stato naturalmente quello di stabilire il contemperamento tra gli opposti interessi in gioco.
La Suprema Corte ha ritenuto prevalente il diritto di cronaca purchè siano rispettati i limiti dell'interesse pubblico della notizia, della verità dei fatti e della continenza nell'esposizione degli stessi (esposizione dei fatti in modo contenuto e corretto).
Il principio della continenza deve, a maggior ragione, orientare anche il diritto di critica, laddove l'esposizione non deve sfociare in un'invettiva partigiana e trasmodare in attacchi personali ma deve consistere in una diversa valutazione su fatti di interesse sociale.
Terreno di ulteriore conflitto con il diritto all'onore ed alla reputazione personale è quello della satira, ovvero l'indicazione caricaturale alla pubblica opinione di aspetti criticabili di singoli o di cerchie sociali specifiche.
Anche in tal caso, come per il diritto di critica e per il diritto di cronaca, l'aspetto determinante nella comparazione degli opposti interessi è quello della continenza nel senso che la satira non deve trasmodare in espressioni volgari ed offensive che suscitino disprezzo o dileggio.
I diritti alla reputazione ed all'onore sono trasmissibili dovendo ritenersi che i prossimi congiunti siano ammessi ad agire in giudizio per la tutela dell'onore e della reputazione del familiare deceduto anche per la tutela d'interessi della cerchia familiare.
I rimedi giudiziali sono gli stessi previsti per gli altri diritti della personalità e, cioè, la cessazione del fatto lesivo, il risarcimento del danno (anche in forma specifica) e la pubblicazione della sentenza.
Da segnalare il disposto di cui all'art. 8 della legge sulla stampa n. 47 del 8 febbraio 1948 che prevede la pubblicazione di tutte le rettifiche o dichiarazioni volte a reintegrare l'altrui dignità.