Le faq su Fondi Pensioni natura, tipi e scelta dell'investimento

 Il Dott. MIRKO SERRA consulente finanziario indipendente (con certificazione European Financial Advisor rilasciata da €.F.P.A.), si occupa, oltre che di investimenti, di pianificazione previdenziale. In questo articolo abbiamo approfondito con lui la tematica relativa ai fondi pensioni. Abbiamo, così, posto alcune domande al Dott. Mirko Serra, sia per comprendere la natura dei Fondi Pensioni ma, soprattutto per un primo orientamento nella scelta….
Dott. Mirko Serra, si fa un gran parlare di fondi pensioni, di previdenza integrativa ma, in materia c'è poca chiarezza. Può dirci esattamente cosa si intende per: "fondi pensioni"?

Con il termine fondi pensione si fa riferimento ad una categoria di prodotti finanziari espressamente previsti dalla legge, che servono ad integrare la pensione pubblica. Affinché si possa parlare di “fondo pensione” è necessario che il prodotto sia conforme ad una serie di caratteristiche precise (modalità di versamento, possibilità di avere anticipi durante la fase di accumulo, erogazione del capitale accumulato e/o della pensione, ecc..). L’esercizio dell’attività dei fondi pensione è subordinato alla preventiva autorizzazione da parte della COVIP (Commissione di Vigilanza sui fondi Pensione, destinata tra qualche tempo a scomparire e le cui competenze passeranno alla Consob), cioè da un organismo pubblico che emana la normativa volta a garantire la tutela dei sottoscrittori.
Si sente parlare spesso di fondi pensione chiusi e aperti. Quale è la differenza?

I fondi pensione possono essere costituiti come soggetti giuridici di natura associativa ai sensi dell’art. 36 del codice civile (associazioni non riconosciute). In questo caso si parla di fondi negoziali o chiusi. In pratica, i sindacati dei lavoratori e le associazioni dei datori di lavoro si accordano per costituire un’associazione senza fini di lucro (il fondo pensione negoziale) che ha lo scopo di gestire il denaro versato dai lavoratori e dalle imprese per l’erogazione di una pensione integrativa. Lo statuto ed il regolamento del fondo stabiliscono poi le regole di partecipazione in conformità con quanto prescritto dalla legge sui fondi pensione. I fondi negoziali vengono anche definiti chiusi perché possono aderirvi solo i lavoratori che rientrano nelle categorie stabilite dallo statuto e dai regolamenti del fondo negoziale stesso.
E i fondi pensione aperti?

Oltre ai fondi negoziali, le banche e le assicurazioni possono istituire forme pensionistiche individuali sotto forma di Fondi Pensione Aperti (F.P.A.) o sotto forma di contratti di assicurazione sulla vita denominati P.I.P. o F.I.P – acronimi di Piani Individuali Previdenziali o Forme Individuali Previdenziali (detti anche Piani integrativi personali o piani di investimento pensionistico).
Ma l'adesione ai fondi pensioni costa?

Sul piano legislativo, tutti i fondi pensione (siano essi negoziali, aperti o PIP) sono regolati dalle medesime norme, sono sottoposti ai medesimi vincoli e godono dei medesimi vantaggi fiscali.
Nella pratica però, i PIP sono strumenti solitamente molto più costosi (nel senso che presentano commissioni ben più elevate rispetto ai fondi pensione aperti e ai fondi negoziali) e per questo molto più sconvenienti: fino ad oggi, dalle svariate analisi svolte, non ho mai incontrato un PIP che fosse veramente conveniente sottoscrivere.
Vale la pena qui sottolineare come i costi nei prodotti di investimento (e tanto più nei piani a lunghissima scadenza come i fondi pensione) incidono in maniera pesantissima sulle prestazioni finali: l’1% di commissioni in più all’anno, su un investimento di durata ventennale ad esempio, può determinare una pensione integrativa inferiore anche del 20-30%.E’ fondamentale quindi, che i sottoscrittori dei fondi pensione analizzino con molta attenzione (attraverso la lettura dei prospetti informativi) i costi, la qualità e la politica di gestione del fondo che intendono sottoscrivere.
Come vengono investiti i contributi versati a un fondo pensione?

I contributi versati ai fondi pensione vengono investiti nei mercati finanziari in base alle regole stabilite dal fondo pensione stesso. La maggioranza dei fondi pensione presenta diverse linee di investimento (o comparti) fra cui è possibile scegliere. È importante sottolineare come gli investimenti finanziari non siano mai garantiti (anche nel sistema contributivo – vale la pena ricordarlo - la rivalutazione dei contributi per la pensione pubblica non è garantita, ma è variabile in base alla crescita economica, cioè al tasso di crescita del PIL).
Come si sceglie la migliore linea d'investimento nell'ambito di un fondo pensione?

La scelta della linea di investimento è basata su considerazioni molto soggettive (propensione al rischio, anni mancanti alla cessazione dell’attività lavorativa, ecc.) che possono incidere in maniera significativa sull’ammontare della rendita integrativa che verrà erogata dal fondo pensione.Per comprendere meglio il concetto, si consideri il seguente esempio: un lavoratore che versi per 30 anni 5.000€ all’anno (aumentati del 2% ogni anno per considerare l’effetto dell’inflazione); facciamo ora due ipotesi, la prima di un comparto di un fondo pensione che abbia un rendimento medio annuo (al netto dei costi e del trattamento fiscale) nel periodo pari al 3%, la seconda invece di un comparto che renda mediamente il 5% l’anno.Nel primo caso, il nostro soggetto si troverà alla fine con un montante (da cui poi si ricaverà la rendita) pari a 317.188,96€; nel secondo caso, il montante “contributivo” sarà pari a 439.351,64€, cioè oltre il 35% in più.Per questa ragione è importante scegliere un fondo pensione poco costoso e ben gestito e successivamente il comparto più vicino alle proprie esigenze.
Scegliere un comparto molto conservativo (ovvero con un grado di rischio molto basso) se si hanno davanti molti anni prima del pensionamento, costituisce un’allocazione delle proprie risorse non ottimale. D’altra parte, optare per un comparto molto azionario non essendo sufficientemente consapevoli e disposti ad accettarne le possibili oscillazioni (e quindi con il rischio di passare ad una linea conservativa nel momento peggiore) o essendo ormai prossimi al pensionamento, può significare una perdita anche molto superiore al 2% medio annuo di rendimento.

RICHIEDI CONSULENZA